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venerdì 31 marzo 2017

Si muovono personaggi: incontri riservati con Patti Smith

Avvenne per caso. O forse no.
Incontrai questi "personaggi", fisicamente, letteralmente o artisticamente, insieme, in successione non casuale ed estremamente rapida.
Non so se siano stati questi incontri i fautori della mia transizione, tra il prima e il dopo, o se il mio vagare in atto, mi abbia portato a loro.


Una cosa è certa. Loro mi hanno cambiato la personale visione della vita, dell'arte, della musica e soprattutto dell'essere umano.
Così ciò che vorrei è dar loro spazio e voce.
Vorrei che non fosse perduto il loro messaggio.
Mi piacerebbe che arte, letteratura, fotografia e musica potessero tornare ad essere motori trainanti della nostra società, dell'economia, e dei grandi cambiamenti.

Una moltitudine di donne in corteo a Buenos Aires, 2016, 24 marzo.
40 anni dalla dittatura (Libertad, Memoria, Justicia)
Vorrei dar voce all'espressione artistica, in ogni sua forma, in qualità di strumento di comunicazione, di trasformazione e di ribellione.

Vi presento i miei "6 personaggi in cerca d'autore", vivi o morti, noti e meno noti:

- Patti Smith, custode di tante vite, "il filo logico", nel quale sono inciampata, che congiunge ogni parte del mio discorso, fotografa e scrittrice oltre che artista musicale. Da leggere Just Kids e M Train. Con Just Kids ripercorsi un cammino a ritroso. La Patti Smith che ritrovo con Albertine Sarrazine e Frida khalo, una Smith che mi parla della dannazione dell'artista e mi avvicina a Basquiat.


- Albertine Sarrazin, scoperta con L'Astragalo (prefazione Patti Smith "la mia adorata Albertine"), letto e riletto tre volte, una sorprendente scrittura autobiografica. Da questa vita, che mi colpii molto, proseguii le mie ricerche e arrivai a Aldo Giungi, curatore di La via traversa (Titolo originale "La Traversiére") e lui mi spedì la copia del libro, come dono, sorprendente e inatteso.
- J.M. Basquiat, "l'artista analfabeta", mi piace e parla la mia lingua. Vi ritrovo un bisogno di dire delle cose, tante, un bisogno impellente di comunicare. Una forma senza forma, un tratto caratteristico, una scelta di fare arte ovunque. Una vita breve.
- Carol Rama, ribelle, anticonformista, una vera rivoluzionaria italiana, mi lega a Frida Khalo, la ritrovo nelle sue opere. Così poco legata alla forma apparente, alla bellezza estetica dell'opera compiuta, ma molto al messaggio forte espresso sulla tela.
- Frida Khalo, la incontrai già in giovane età, avevo 13 anni, alle scuole medie, e vidi per la prima volta un suo dipinto, che la ritraeva in doppio (le due Frida). Non vi capii nulla. Ma decisi di scoprirla. Non so quanto mi piaccia la sua arte, amo lei. Ho difficoltà a farmi piacere ogni sua opera. Ma le trovo, ognuna, un cortometraggio immobile di istantanee emotive. Lei è dolorosamente e ironicamente grandiosa.
- Mary Ellen Mark, fotografa, me la fece conoscere Jill Mathis (fotografa anch'essa), mi disse "tu me la ricordi in modo impressionante". Ho iniziato a documentarmi a osservare i suoi lavori, a leggere di lei. A scoprire che aveva una capacità di immortalare l'anima degli esseri umani di rara profondità. Non fotografa per vezzo ma per missione.



Amo ognuno di loro per la forza e il coraggio. Perché ognuno di loro ha usato la propria arte per esprimersi e per portare messaggi importanti alle persone. E perché in un presente ormai intriso di suoni e immagini vorrei che questi potessero essere usati per migliorare e agire. Non stare solo a guardare.

Da L'espresso - marzo 2017

Tutte le immagini sono visibili a questa pagina

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